LOVELACE: un ottimo biopic dall’8 maggio al cinema

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Peter Saarsgard e Amanda Seyfried sono Linda e Chuck.

Sono sincera: non pensavo che avrei mai provato un interesse particolare per un film sulla vita di una pornodiva. Invece Lovelace di Rob Epstein e Jeffrey Friedman è proprio un ottimo biopic.  Interpretato da Amanda Seyfried nei panni di Linda Boreman, diventata famosa come Linda Lovelace, e da Peter Sarsgaard, che è Chuck Traynor, il marito violento e sfruttatore dell’attrice, racconta dell’ascesa, della scomparsa dalle scene e della rinascita a nuova vita della protagonista di Gola profonda (1972), un film porno entrato nella storia del cinema, per gli elementi di novità che conteneva.

La vera Linda Boreman, ai tempi della sua carriera artistica.
La vera Linda Boreman (1949-2002), ai tempi della sua carriera artistica.

Linda aveva la faccia della ragazza della porta accanto, non della pornostar. Come racconta il film, ispirato alla sua autobiografia, non voleva neppure fare l’attrice. A 21 anni, incontrò Chuck Traynor, l’uomo sbagliato. Gentile e seduttore, le offrì un’alternativa alla sua opprimente famiglia, dominata da una madre bigotta (un’incredibile Sharon Stone, in Lovelace). Dopo il matrimonio, Chuck getta la maschera: cocainomane e coinvolto in traffici loschi, ha perennemente bisogno di denaro. Intuisce che quella ragazzina innamorata può tramutarsi in un business nell’industria del porno. E non esita a venderla.

amanda-seyfriedL’ingenua Linda (Amanda Seyfried è perfetta e bravissima in questo ruolo, era da Oscar) ubbidisce al suo uomo, come la madre le ha insegnato, e Gola Profonda le procura una notorietà internazionale.

Ma il film, in modo equilibrato, racconta anche il rovescio della medaglia. In primis, il rapporto con il marito-padrone che la plagia, la picchia e la umilia, la costringe ad andare a letto con altri uomini  contro la sua volontà e controlla tutto il denaro che lei guadagna. È una storia di violenza psicologica e fisica, che sembra inimmaginabile collegare a colei che diventò un’icona della libertà sessuale degli anni Settanta. Ma andò veramente così.

Linda riuscirà a liberarsi di Chuck, sposerà un altro uomo e sarà una madre amorevole. Il libro la aiuterà a togliersi di dosso l’immagine volgare della diva a luci rosse, anche se il suo nome resterà per sempre associato alla pornografia.

Lovelace uscirà l’8 maggio (la data d’uscita è stata posticipata, era il 27 marzo), ma sarebbe stata una coraggiosa provocazione lanciarlo l’8 marzo, una giornata in cui si finisce inevitabilmente per parlare di violenza sulle donne. Linda si compiacque, probabilmente, del suo successo, ma fu soprattutto una vittima. Una donna che ubbidisce al suo carnefice, che ama e che vuole vedere contento. Uomini come Chuck – che concepiscono la compagna come un oggetto di loro proprietà –  sono tutt’altro che una razza estinta. E il paradosso è che, come lui, sono convinti di amare la loro donna. E se lei osa ribellarsi al loro potere, sono pronti anche a uccidere.

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