IL PROIEZIONISTA di Abe Kazushige

abe cover

Che Onuma, il protagonista del romanzo Il Proiezionista di Abe Kazushige (titolo originale: Indivijuaru purojekushon, tradotto dal giapponese da Gianluca Coci), sia un personaggio bizzarro che riserverà delle sorprese, lo possiamo intuire dalle prime righe. È un patito delle canzoni di Julio Iglesias, che si eccita ascoltando 33 anni, persino quando è vittima del mal di testa. È un trentenne che sta per approdare all’età fatidica della canzone. Si chiama Onuma e nella vita fa il proiezionista in un cinema di Tokyo, lo Shibuya, una sala di seconda visione il cui proprietario possiede dei love hotel. Ha studiato all’accademia del cinema, ma curiosamente sembra accontentarsi di un mestiere tutt’altro che prestigioso.

È un lavoro nell’ombra, letteralmente. Nel buio della cabina di proiezione, Onuma può restare fuori dal mondo e osservare indisturbato gli spettatori. Il suo microcosmo appare fatto dai colleghi di lavoro: la signora Sakata, che controlla i biglietti, e sua figlia Ayako; Kawai, il capo; la studentessa Kobayashi e Hirasawa, che lavora part-time al cinema. Un mondo apparentemente marginale e banale, finché il lettore non scopre il talento speciale di Onuma: sa fare a botte molto bene e sembra avere un’inclinazione verso la violenza. Abe apre una porta e ci svela, per bocca dello stesso protagonista, che è l’io narrante, una storia torbida, di sapore molto giapponese.

In un Paese dove le sette riescono a far proseliti anche fra gli intellettuali, convincendoli all’uso della violenza – vedi Aum Shinrikyo – e dove in certi ambienti di destra il culto della disciplina militaresca e delle arti marziali continuano a esercitare un fascino, Abe Kazushige crea per Onuma una misteriosa Scuola della pura trascendenza, guidata da una sorta di guru, Masaki, seguito con cieca fedeltà dal protagonista e una manciata di giovani accoliti. Tra colpi di scena degni dei film sulla yakuza e l’enigma di una bomba al plutonio, Onuma resterà invischiato in una storia di sapore noir, che cattura il lettore. L’entusiasmo adolescenziale dei personaggi e lo scontro con la realtà, uniti all’atmosfera di mistero, fanno de Il Proiezionista un libro sicuramente amato da un pubblico giovane. Onuma, in fondo, non è molto diverso dai tanti ragazzi della metropoli giapponese, dall’aria apparentemente svagata e indifferente, creature mimetizzate nel caotico ecosistema urbano e capaci di celare la propria vulnerabilità.

abe kazushige

Classe 1968, l’autore ha frequentato la scuola di cinema come i protagonisti di questo suo libro. Il Proiezionista è uscito nel 1997 in Giappone, aprendo la strada – secondo alcuni critici – a un nuovo genere, definito “Shibuya literature” (Shibuya è un quartiere simbolo della cultura alternativa). Numerosi dei romanzi successivi di Abe Kazushige hanno vinto importanti premi (incluso il prestigioso Akutagawa, nel 2005). Leggetelo, per scoprire che certe atmosfere surreali e oniriche non ci sono solo nei romanzi di Murakami.

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