KONY 2012: una campagna davvero virale

La campagna lanciata da Invisible Children, una ONG americana, contro Joseph Kony è diventata un caso. Il video realizzato da Jason Russell, uno dei fondatori dell’Organizzazione, e caricato su You Tube è stato visto online da oltre 95 milioni di persone in una decina di giorni. Un successo virale mostruoso. Anche in Italia, il 20 aprile prossimo sarà una giornata di mobilitazione: su Facebook la gente si sta già organizzando…  Ma chi è Joseph Kony?

Kony è il leader della Lord’s Resistance Army, un gruppo paramilitare ugandese che contribuisce a rendere instabile l’area fra Uganda, Congo, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana. Da oltre un ventennio, rapisce bambini e li costringe a combattere fra le fila del suo esercito, che lo venera come una specie di messia. La religione che professa è infatti un curioso sincretismo fra animismo e cristianesimo, lui stesso si crede un medium, è un poligamo sfrenato e punta a tramutare il suo Paese, l’Uganda, in una teocrazia dove, inutile dirlo, lui sarebbe la massima autorità spirituale e politica. Per riuscirci, va avanti a combattere commettendo atrocità sui civili: nel 2005, è stato condannato dalla Corte internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità.

Chissà perché, l’Africa non conosce mezze misure: fra i suoi figli, annovera statisti e personaggi eccezionali quali Wangari Maathai, Nelson Mandela, Desmond Tutu, Patrice Lumumba – per citarne solo alcuni – e orrendi criminali. Kony è uno dei tanti. Chi non ricorda le atrocità del conflitto fra Hutu e Tutsi in Rwanda? I crimini sui civili in Sudan? O dittatori quali Idi Amin e Jean Bédel Bokassa? Solo per citare qualche nome…

È quanto meno curioso che nei confronti di questo Joseph Kony sia stata scatenata una campagna mediatica così massiccia e virale, baciata dal successo grazie alla rete, a Twitter, a FB. Una campagna probabilmente giusta: Kony è un criminale, e questo è fuor di dubbio.

Ma poiché è sempre bene farsi delle domande, il democratico mondo del web non è rimasto fermo. Vari siti tentano di darsi una spiegazione: digitate “kony 2012” e troverete un’infinità di indirizzi e commenti. Andate su You Tube: troverete l’ormai famoso film di Jason Russell ma anche varie controinterviste su questa massiccia mobilitazione.

Non voglio dare giudizi, perché conosco troppo poco la storia. Condivido la nobiltà dell’intento. Ma attenzione: questo movimento potrebbe sfociare in pressioni per un intervento militare internazionale. In Uganda c’è un sacco di petrolio, e ciò rende il Paese molto più interessante della Siria, per esempio. Ma anche di altre “simpatiche” dittature sparse per il globo, contro le quali nessuno muove un dito. Non vorrei che la purezza dell’impegno di chi crede nell’iniziativa Kony 2012 fosse contaminata da più biechi e prosaici interessi economici. E’ un film che abbiamo già visto, purtroppo, troppe volte.

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