Niente SOLE, siamo giapponesi!

Avete presente l’immagine classica della beltà femminile giapponese? La pelle è sempre d’un niveo biancore, che veniva accentuato con una polvere a base di  biossido di zinco e titanio (oshiroi), usata soprattutto dalle geishe nel loro make-up. Una donna distinta girava con l’ombrellino per ripararsi: il sole rovina la pelle e il colore scuro è poco elegante!

C’è poco da stupirsi: anche mia nonna (nata nel 1909) raccontava che negli anni Venti-Trenta, quando era ragazza, una pelle nivea era segno di eleganza e distinzione. Chi aveva la pelle scura, con tutta probabilità era una contadina, costretta a stare sotto il sole nei campi. Una situazione poco chic! Una ragazza di buona famiglia e benestante si distingueva per la pelle candida…

Inutile dire quanto i tempi siano cambiati e quanto l’abbronzatura oggi sia must. Ma non in Giappone, dove a eccezione delle Ganguro girls (dalla faccia abbronzatissima, capelli platino e trucco quasi bianco, a contrasto) l’icona femminile di bellezza resta ancorata a una pelle chiara. Lo testimoniano, nel tempo, le immagini tratte da campagne pubblicitarie e manifesti, selezionate da Alex Gross nel volume “Japanese Beauties” (edito da Taschen).

Ma anche oggi le giapponesi il sole non lo vogliono proprio prendere, soprattutto in viso. E per affrontare l’estate, che dalle loro parti è cocente (a parte giugno, in cui piove parecchio) guardate come girano…

Ho trovato questa immagine piuttosto eloquente sul blog di goproductionla (http.//goproductionla.com), che definisce questo “Asian Lady Sun Visor” (San Baizaa, in romaji giapponese) un autentico FASHION CRIME!

Beh, una visiera simile copre il viso come un burqa o come una maschera da saldatore e di sicuro tiene gli sguardi maschili alla larga, oltre che il sole! In realtà, le signore nipponiche sono mosse dallo stesso obiettivo che spinge le occidentali a coprirsi di creme solari e stare come lucertole al sole: sembrare belle e sane. Solo che in Giappone questo ideale si raggiunge con una pelle chiara, priva di rughe (che il sole provoca) e al riparo dai dannosi raggi UV. Chi avrà ragione?

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