Era il 1821 e la GRECIA alzò la testa
il 25 marzo, domani, la Grecia festeggia i 200 anni dalla Guerra d’Indipendenza che tra il 1821 e il 1832 portò alla nascita dello stato greco moderno, liberando una parte del territorio storico dell’Ellade dal dominio turco ottomano. Non fu facile e non mancarono i dissidi anche fra i rivoluzionari. Ma i greci si distinsero per audacia e forza, e non si fecero piegare dalla repressione turca. Nel massacro di Costantinopoli, perpetrato contro la comunità greca rea di essersi ribellata al sultano, furono massacrati molti civili e il patriarca ecumenico Gregorio V fu impiccato.
Il 25 marzo è la festa nazionale greca. Un anno speciale è stato il 1971, in cui si celebrarono i 150 anni dalla Guerra d’indipendenza. Io c’ero: in quell’anno, la piccola comasca che era anche greca posò con il costume nazionale da Evzonas, fiera di questo onore. Non che sapessi molto, all’epoca, dei fatti storici, ma quella rivolta per la libertà la sentivo anche mia grazie a una canzone…
Sì, in quel 1971 in Grecia fra i successi musicali circolava ancora una canzone del grande Iorgos Dalaras: “Natane to 21” (Fosse il 1821) che si sentiva ovunque e che mia zia Anastasia ovviamente si era affrettata a insegnare alla nipote venuta dall’estero. La sapevo tutta, e mi piaceva tanto. Rievocava i tempi gloriosi di quella guerra di liberazione e nel ritornello diceva: “combattevo di giorno sulle fortificazioni e la mia spada diventava infuocata / e trascorrevo le notti stellate con una ragazza turca in braccio”. Ero così piccola da non coglierne la provocazione, ovviamente. La versione che conoscevo e che anche adesso mi sgorga dal cuore è proprio questa. Credo di averla imparata prima del 1971: la canzone è infatti uscita nel 1969. Ma qualcosa di imprevisto accadde…
La canzone “Natane to 21” con musica di Stavros Koughioumtzis era stata scritta da Sotia Tsotou. Il ritornello piacque poco ai turchi e si rischiò un incidente diplomatico: l’ambasciata turca ad Atene protestò e alla fine la strofa incriminata venne cambiata in “e trascorrevo le notti stellate con una bella ragazza in braccio”, insomma una ragazza di nazionalità non definita. Ma ormai la canzone era circolata e sono sicura che ci sono tutt’ora tanti greci che ricordano, come me, in prima battuta, la strofa condannata.
A questo punto, non resta che riascoltarla insieme. Nella seconda versione, naturalmente. E lunga vita alla Grecia e ai suoi eroi!