Appuntamento con GUANYIN

Guanyin, Xi’an, scultura contemporanea © Maria Tatsos

Stasera, alle 21, presso il museo Popoli e Culture del Pime di Milano presento una piccola pubblicazione dedicata alla divinità buddhista della compassione, una delle rarissime figure femminili del pantheon buddhista. L’incontro, a ingresso libero, sarà l’occasione per tracciare un identikit di questa dea che, in India nel V sec. a.C. era una figura maschile, poi nel tempo, in Cina, tra l’VIII e l’XI sec., si è gradualmente femminilizzata.

Guanyin in Cina, Kannon in Giappone, è tutt’ora venerata da milioni di fedeli. L’idea di occuparmi di lei nasce da un incontro fortuito con una meravigliosa Guanyin in porcellana blanc de Chine, di fine epoca Ming, che fa parte della collezione del museo. E’ un piccolo capolavoro, di una bellezza formale squisita. Questa statua ha riacceso il mio interesse nei confronti di questo personaggio del pantheon buddhista che già conoscevo. Non per motivi specifici di studio: lo spazio riservatole nei testi accademici sul buddhismo è marginale. E’ fra la gente che Guanyin gode di una popolarità immensa. E io devo alla mia amica Evelyn, che è di origine cinese, è buddhista e vive in Malaysia, la mia conoscenza di base sulla dea della compassione, di cui è devota.

Nei miei viaggi in Asia, mi sono sempre imbattuta in qualche traccia di Guanyin: in Cambogia, Bhutan, Cina… Faticosamente, come tutti gli stranieri, ho cercato di cogliere le differenze. Perché in ogni luogo, complice lo scorrere del tempo, Guanyin ha assunto nomi e sembianze spesso differenti, ed è difficile per un profano seguire le sue orme.

Con l’aiuto di testi accademici e ricerche approfondite, mi sono messa sulle tracce della dea. Ho ripercorso virtualmente la via della Seta, le strade dei mercanti dell’Indocina, i percorsi dei monaci che diffondevano il buddhismo… Mi sono immaginata lo stupore dei padri gesuiti, nel XVI sec., innanzi a questa figura che tanto ricordava loro la Vergine Maria. E il batticuore dei cristiani clandestini di epoca Tokugawa che mettevano in casa, in bella mostra, la statua di Kannon – sperando di non essere beccati dei gendarmi dello shougun – venerandola come la Madonna… E ho pensato alle migliaia di donne che, in Cina e in Giappone, nei secoli si sono prostrate innanzi a lei, chiedendole un figlio (una donna senza figli nelle società tradizionali patriarcali era socialmente reietta…), invocando una buona gravidanza, pregando per la salute dei piccoli…

E’ dunque una figura poliedrica e affascinante quella di Guanyin-Kannon, non solo dal punto di vista artistico ma anche per quanto ha rappresentato e continua a rappresentare nel cuore degli uomini. All’incontro, è abbinata una piccola mostra tematica, che presenta le Guanyin-Kannon della collezione del museo e alcuni oggetti devozionali cinesi contemporanei. Compreso un altare domestico, simile a quelli usati anche dalla comunità cinese locale.

Venite a conoscere Guanyin-Kannon, quindi:  vi attende stasera, e fino al 22 ottobre con la mostra!

Per info: www.museopopolieculture.it

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