BLACK GOLD: il kolossal dell’orgoglio arabo al Doha Tribeca Film Festival

Da sinistra, il regista Jean-Jacques.Annaud, Tahar Rahim, Freida Pinto, Mark Strong, Jan Uddin, Akin Gazi, James Horner e Tarak Ben Ammar al Doha Tribeca Film Festival. © Ufficio stampa DTFF

Mancava Antonio Banderas, ma c’erano gli altri principali interpreti ieri al Doha Tribeca Film Festival per la presentazione di Black Gold, il film-kolossal del regista francese Jean-Jacques Annaud (in uscita a Natale in Italia) che si preannuncia come un fiore all’occhiello per la cinematografia araba. A Black Gold di Annaud è stato riservato l’onore della serata di apertura, con una world première.

Anche se il regista e il cast sono internazionali, la storia che racconta Black Gold evoca atmosfere alla Lawrence d’Arabia e gioca sull’orgoglio arabo per la propria storia e le proprie tradizioni.

Due emiri in lotta negli anni Trenta nel deserto, l’epopea del petrolio, un giovane eroe con il cuore lacerato  alla ricerca della sua strada (l’algerino Tahar Rahimi, già ottimo protagonista de Il Profeta). C’è tutto, e c’è anche una donna stupenda a vivacizzare l’intreccio: l’attrice indiana Freida Pinto (The Millionaire).

Da un punto di vista etico, Black Gold affronta temi quali la lealtà, l’onestà, l’anelito alla libertà. Un segno del destino, forse, che la troupe si sia trovata a girare in Tunisia proprio nei giorni clou della Rivoluzione dei Gelsomini che ha portato alla caduta del presidente Zine al-Abidine Ben Alì e alle prime elezioni libere, i cui risultati sono stati resi noti proprio in questi giorni.

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