Hai fatto tre figlie femmine? In AFGHANISTAN meriti la morte

Guardate questa donna: si chiama Wali Hazrata ed è una nonna afghana della provincia di Kunduz. Mi piacerebbe poter dire che è una tenera nonnina, al di là della sua aria arcigna, indurita dalle difficoltà della vita. Ma Wali Hazrata, a quanto pare, è un’assassina. La polizia l’ha arrestata per il sospetto omicidio della nuora, in combutta con il figlio, che nel frattempo si è dato alla macchia.

I due avrebbero strangolato la 22enne Stori, nuora e moglie, perché si era macchiata di una terribile colpa: aveva dato alla luce una bambina, la terza. Già, mettere al mondo tre femmine è una disgrazia, e la colpevole – che è la madre, visto di leggi della genetica qui nessuno ha mai sentito parlare – va punita.

Complice l’ignoranza e l’ottusità di una tradizione maschilista e sessuofobica, le donne finiscono per diventare le peggiori nemiche di altre donne. Wali Hazrata è in buona compagnia. Non solo in Afghanistan: la lista dei Paesi è lunghissima. Donne che collaborano a picchiare, vessare, bruciare altre donne, per lo più giovanissime nuore. E quando la violenza non è fisica, può essere psicologica. Diventare la longa manus del maschio dominante le fa sentire importanti, e – chissà – dopo anni di vessazioni subite in gioventù, le mette finalmente al centro del palcoscenico familiare, per gestire un briciolo di potere.

Povera Stori, certo. Ma quasi mi fa più pena Wali Hazrata, per la sua cattiveria insulsa, per la sua imbecillità che la rende un mero strumento dell’oppressione maschile senza neppure che se ne renda conto. Sono sicura che andrà in galera a testa alta, orgogliosa di aver difeso i diritti sacrosanti del suo rampollo maschio. Finché in Afghanistan ci saranno delle donne come Wali, sarà dura cambiare la condizione femminile.

Un’ultima curiosità: pare che anziani e leader tribali mashi abbiano condannato il delitto, bollandolo come contrario all’Islam, all’umanità e alle donne. Grazie, ragazzi.

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