PRENDITI CURA DI LEI: Kyung-Sook Shin racconta l’Alzheimer e i drammi familiari in un bestseller mondiale

La scrittrice coreana Kyung-Sook Shin.

Sarà che l’invecchiamento della popolazione e le relative conseguenze sociali sono un problema particolarmente sentito in Corea del Sud, ma questo è il secondo capolavoro in cui mi imbatto quest’anno che ha il tema della vecchiaia e dell’Alzheimer all’interno dell’opera.

In realtà, come nel film Poetry di Lee Chang-dong, il rapporto con la malattia e le conseguenze concrete sull’entourage familiare non sono affrontate. Nel film prevale l’amara prospettiva della fine della vita con lo spettro della malattia che grava sulla protagonista ancora mentalmente sana e vivace. Nel romanzo “Prenditi cura di lei” di di Kyung-Sook Shin, invece, la malattia è già in corso, ma sono i familiari a non volerla vedere. Sarà un trauma per tutti quando la 69enne Park So-nyo scompare a una fermata della metropolitana di Seul, per sempre.

Dopo un inizio che scorre lento – la scomparsa della donna, i tentativi dei figli per ritrovarla, le ricerche – l’autrice va ritroso per raccontarci, attraverso i ricordi della figlia maggiore Chi-hon, del figlio maschio prediletto Hyong-chol, del marito con il quale la protagonista ha avuto cinque figli e un rapporto difficile,  la storia di una donna semplice, forte e onesta, totalmente dedita ai suoi figli.

E qui Park Son-nyo diventa l’incarnazione di tutte quelle donne, che dal dopoguerra a oggi, hanno lottato come delle leonesse contro una vita spesso misera in condizioni avverse, per crescere i loro figli e offrire loro un avvenire migliore.

La cover dell’edizione italiana, pubblicata da Neri Pozza (€ 16,50).

Sono le donne che hanno fatto la Storia – in Corea e altrove – di cui la Storia non parla, come ricorda Rosalind Miles in “Chi ha cucinato l’ultima cena? Storia femminile dell’umanità” (Lit, € 12,90). «La sopravvivenza della razza umana dimostra che ognuna di queste vite nascoste è stata, a modo suo, una specie di trionfo mai celebrato», scrive Miles.

Park So-nyo è una di loro, dei milioni di donne che hanno vissuto su questo pianeta senza lasciare traccia significativa. Neppure due righe scritte con la sua calligrafia: So-nyo non sa né leggere, né scrivere.

Come un’ape perennemente indaffarata, senza mai fermarsi per pensare a se stessa, con le sue mani So-nyo ha fatto miracoli, traendo il cibo dalla terra e nutrendo cinque figli, spesso senza alcun sostegno dal marito, e con generosità verso il prossimo. Kyung-sook Shin è bravissima nel delineare le dinamiche familiari: l’egoismo dei figli – che dalla madre si sono sempre aspettati tutto come un atto dovuto – i rimbrotti della cognata, l’assenza del marito e la sua chiusura mentale nei confronti della donna. Nessuno ha fatto caso ai primi segnali della malattia: la madre è forte, si è sempre arrangiata da sola, nessuno dei suoi familiari si sente in dovere di aiutarla.

La cover dell’edizione coreana di “Prenditi cura di lei” di Kyung-sook Shin.

E quando So-nyo scompare, crolla un mondo che ruotava intorno a lei. No, non è un romanzo sull’Alzheimer, questo libro di Kyung-Sook Shin. È un’analisi impietosa delle dinamiche familiari, è un ritratto della forza delle donne come pilastro della società. L’Alzheimer è solo un elemento scatenante, un fantasma la cui presenza è necessaria a creare la struttura narrativa. So-nyo avrebbe potuto avere un tumore, ma non era funzionale a una scomparsa improvvisa e dunque alla rivalutazione, da parte di tutta la famiglia, del ruolo della madre. Non c’è da stupirsi che questo romanzo, bestseller in Corea, abbia ottenuto numerose traduzioni e riconoscimenti internazionali. Nel suo rigore narrativo – l’autrice non ha una scrittura emotiva, a tratti pare persino fredda – “Prenditi cura di lei” parla al cuore del lettore.

2 Replies to “PRENDITI CURA DI LEI: Kyung-Sook Shin racconta l’Alzheimer e i drammi familiari in un bestseller mondiale”

  1. ho cominciato a leggerlo proprio questa mattina….e come dici tu l’inizio scorre lento….lento, spero nei prossimi capitoli…!

  2. Insisti, vedrai che poi ti prende… Almeno, per me è stato così. E alla fine quasi riuscivo a “vedere” i volti della famiglia di Park So-nyo!

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