BROTHERHOOD: un amore proibito fra i neonazi
Meritatissimo il riconoscimento quale Miglior Film, vinto al Festival di Roma nel 2009: Brotherhood di Nicolò Donato è un film che colpisce come un pugno nello stomaco, per lo stile quasi documentaristico nella rappresentazione dei giovani di estrema destra in Danimarca, dei loro sogni e del loro stile di vita. E’ in sala da domani, 2 luglio.
La trama: Lars (Thure Lindhardt) viene cacciato dall’esercito, per una soffiata che lo accusa di aver fatto profferte sessuali a dei commilitoni. Ritrovatosi d’improvviso a casa e senza un’occupazione, viene avvicinato da un gruppo di militanti neonazisti… Malgrado non provi simpatia per loro, inizia a frequentarli quasi per noia e trova una collocazione nel gruppo. Va a vivere con Jimmy (David Dencik), il braccio destro del capo, che dapprima lo detesta ma poco alla volta fra i due nasce un sentimento proibito. I gay sono infatti bersaglio di violenze da parte del gruppo, che non perdona…
Perché vederlo?
1 – Perché aiuta a capire le dinamiche psicologiche di certe frange estremiste, che sono ovunque uguali. Si tratta di giovani a volte disoccupati, di fasce sociali deboli, che si accaniscono contro gli immigrati e in questa loro scelta di violenza credono di trovare una risposta al problema della loro identità.
2 – Per il personaggio di Lars, che partendo dagli stessi presupposti scopre la sua vera identità gay e per amore affronta ogni rischio. E’ un ragazzo coraggioso, capace di mettersi in gioco fino in fondo.
3- Per l’abilità di Nicolò Donato, regista danese di origine italiana, nel raccontare una storia tutt’altro che facile, cruda e violenta. Mantendosi con grande equilibrio in uno spazio temporale di 90 minuti.
Ha detto il regista: “In un certo senso, provo pena per gli estremisti di destra. Le persone che cedono alla violenza lo fanno per alienazione”.