MELBOURNE, un film sull’imprevedibilità del destino
È in uscita giovedì 27 novembre nelle sale italiane il film iraniano Melbourne di Nima Javidi. È ambientato a Teheran e i protagonisti sono una giovane coppia borghese: lui, Amir, è ingegnere (interpretato da Payman Maadi, protagonista di Una separazione di Farhadi), e ha faticosamente ottenuto il permesso per trasferirsi, per motivi di studio e lavoro, a Melbourne, insieme alla moglie Sara (Negar Javaherian).
È un film efficace, girato con pochi mezzi, che si svolge all’interno dell’appartamento della coppia a poche ore dalla partenza. La gioia di andarsene, i saluti di amici e parenti, le ultime incombenze domestiche di chi chiude casa vengono funestate da un evento assolutamente imprevedibile. Una vicina, che si presenta come una babysitter, chiede a Sara di tenerle per poco tempo una neonata, che è figlia di una coppia di vicini, in piena crisi matrimoniale. Sara, ingenuamente, accetta, ma questo sarà l’inizio di un dramma che sconvolgerà la coppia, i suoi equilibri e li porrà di fronte a un terribile dilemma.
Il dramma che il regista Javidi, al suo primo lungometraggio, vuole raccontare è, in realtà, universale. Accade a Teheran, ma potrebbe succedere ovunque. L’unica aggravante “locale” è data dal rischio reale che la coppia corre di vedere annullato un viaggio tanto agognato, finché la polizia non avrà chiarito la dinamica dei fatti… E il permesso per partire rischia di non essere più rinnovato.
Al di là di qualche punto debole nella sceneggiatura, Melbourne è un film capace di tenere lo spettatore sulle spine per un’ora e mezza, instillando ansia e angoscia. Si soffre insieme a Sara e Amir, e ci si domanda cosa si farebbe al posto loro. Questa immedesimazione, che ho colto in sala in occasione dell’anteprima, mi spinge a dire che Melbourne, a parte qualche difetto, è un film riuscito. È la dimostrazione che si può ottenere un buon risultato senza nessun costoso effetto speciale e con pochissimi mezzi: basta che ci sia dietro un’idea, vera.