UKIGUMO, romanzo di Hayashi Fumiko sul Giappone della sconfitta
Nuages Flottants (Ukigumo è il titolo originale – non mi risulta disponibile una traduzione italiana) è il primo romanzo di Hayashi Fumiko che mi è capitato di leggere. Ad attrarmi è stata senza dubbio la copertina, con questa immagine malinconica di donna, stile Anni Cinquanta a giudicare dalla pettinatura e dall’abbigliamento, che ha l’aria di una perdente.
Non mi sbagliavo. È un fotogramma dell’omonimo film tratto da questo romanzo, realizzato dal grande regista Naruse Mikio nel 1955. La protagonista della storia, Koda Yukiko, è interpretata dall’attrice Takamine Hideko, perfetta per dare un volto alla capricciosa e inquieta protagonista. La storia è interessante, perché Hayashi Fumiko (1903-1951: è scomparsa lo stesso anno in cui è uscito questo suo ultimo romanzo) crea una figura femminile diversa dalle donne giapponesi dei romanzi di Kawabata o di altri autori contemporanei. Koda Yukiko è una donna sola, una giovane alla quale la guerra offre un’opportunità di lavoro in Indocina come segretaria. Una scelta che diventa sinonimo di emancipazione. La timida Yukiko, della quale a Tokyo aveva abusato un parente che la ospitava, si tramuta in una donna libera, contesa da due uomini, che sceglie il suo amante, Tomioka, al quale resterà legata per tutta la vita a filo doppio. Nel Giappone della sconfitta, Yukiko è una delle tante donne sole, in miseria. La vita confortevole in Indocina, da esponente del popolo conquistatore, è finita. In una capitale a pezzi, Yukiko cerca e ritrova il suo amante, che le aveva promesso un futuro insieme alla fine della guerra. Tomioka non è più l’affascinante funzionario ministeriale che aveva conosciuto. È un relitto umano, un disoccupato che fatica a sopravvivere, un egoista che non ha spazio nel suo cuore per l’amore, ma solo per fuggevoli momenti di sesso.
Yukiko non si rassegna e di fronte al suo amante che non si fa carico di lei, cerca di cavarsela sfruttando gli uomini. Un soldato americano e poi l’uomo che l’aveva usata come oggetto sessuale, Iba, diventano distrazioni e fonte di sostentamento per lei, in una Tokyo devastata.
Il suo sogno resta una vita al fianco di Tomioka, che con lei gioca a un continuo tira e molla, e che è diventato l’ombra i quell’uomo di se stesso. Prigioniera di un ricordo, Yukiko insegue la felicità e lotta con ogni mezzo per riavere l’uomo che ha amato. Nel romanzo, la continua esplicitazione dei suoi sentimenti è molto poco giapponese. Yukiko si dispera, si arrabbia, litiga: colpisce per la sua volitività. È un’immagine femminile più occidentale che nipponica quella che Hayashi sceglie di creare.
D’altronde, la scrittrice stessa era figlia di una donna fuggita con il suo amante. Da ragazza, prima del matrimonio, ebbe varie liason e sospetto che una donna forte e indipendente come lei per il personaggio di Yukiko abbia attinto a qualche spunto autobiografico.
La tragica storia d’amore fra Yukiko e Tomioka è molto giapponese nella capacità di godere della fugacità dell’istante da parte dei due amanti. Ma è anche una metafora della confusione del Giappone dell’immediato dopoguerra, dello sfacelo sociale e dell’assenza di speranza nel futuro vissuta dalla popolazione. Letto in questa chiave, Ukigumo diventa una testimonianza in chiave narrativa di un momento di storico di smarrimento, in cui le persone sono come nuvole fluttuanti che vagano senza meta nel cielo.