PASS DA SETT sulle orme dei pellegrini

Il Pass da Sett, o passo del Settimo, nei Grigioni, mi ha sempre affascinata. È uno dei pochi passi alpini usati nell’antichità e nell’Alto Medioevo a non essere diventato una strada carrozzabile e asfaltata per le auto. È rimasto com’era, un largo sentiero di montagna dove passavano eserciti, pellegrini, mercanti, con i loro carri… Oggi questa rarità è riservata alle mucche degli alpeggi e a qualche turista che vuole avventurarsi lungo un cammino ricco di storia.

Sono una camminatrice pigra: non sarei in grado di fare tutto il percorso Bivio (1770) – Pass da Sett (2310) – Casaccia (1458), in due giorni. Cioè fermandomi a dormire a Casaccia e facendo 540 m di dislivello in salita, 852 in discesa, e il giorno dopo 852 di salita e 540 di discesa. Troppo per me. Ecco perché ho sempre rimandato. Ma quest’anno dopo aver scritto del Pass da Sett su Meridiani Montagne, ho sentito forte il richiamo di questi luoghi. E ho scelto la soluzione più semplice: percorrere in tutta calma, gustandomi la natura e i paesaggi, la metà del tragitto. Da Bivio alla cima, e ritorno. Il resto, la prossima volta.
E così, ho camminato sulle orme di San Colombano, che è ricordato in questa lapide in cima al passo. Il monaco irlandese, che era un vero viaggiatore, partì dal monastero di Bangor nella sua terra natia, andò in Francia (dove fondò tre monasteri tra cui Luxeuil) e poi presumibilmente percorse il Pass da Sett per arrivare in Italia, dove è ricordato soprattutto per l’abbazia di Bobbio. Ai suoi tempi, la strada maestra per il nord era rappresentata da questo passo, poi soppiantato dallo Spluga e dal Julier (Guglia) e caduto definitivamente nell’oblio.
Lasciato Bivio, la prima salita conduce a una vallata antropizzata, ricca di alpeggi e con un punto di ristoro (da Franca). Giunti in fondo, un seconda salita porta a un altopiano meraviglioso, dove si cammina quasi in piano per un lungo tratto, in mezzo al nulla. Pura wilderness alpina, gioia per il cuore e la mente. È stato il tratto più meditativo per me. Accarezzata dal vento, ho camminato a occhi chiusi immaginandomi chi mi ha preceduto: i mercanti germanici che scendevano in Italia dalla Bregaglia passando per Chiavenna, i principi e i pellegrini con destinazione Roma… e prima di loro, i soldati romani che dal Settimo andavano a Curia Raetorum, la futura Coira, dove avevano il loro quartier generale… Ero sola, ma d’improvviso mi sono sentita circondata da una moltitudine! Fantasmi. Pass da Sett trasuda storia. Poi la strada riprende a salire, e c’è un bivio in cui si può scegliere se restare sul comodo cammino medievale, o se prendere un sentiero montano più stretto e veloce… È la terza e ultima salitona: in cima c’è il Pass da Sett (2310 m) e il piacere finale di avercela fatta (2 ore e mezza in totale).

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