LA SORGENTE DEGLI AMANTI di Duong Thu Huong

Ho appena finito di leggere, in questa domenica piovosa d’agosto, “La sorgente degli amanti” della scrittrice vietnamita Duong Thu Huong (edito in Italia da Garzanti, che ha già pubblicato altri due suoi romanzi).

Ignoro quale fosse il titolo in lingua originale, vedo che è stato tradotto dall’inglese, in cui era “Memories of a Pure Spring”. E la prima domanda che mi sgorga dal cuore è : perché dare a questa traduzione un titolo che suona stile romanzo rosa, quando tale non è ? È fuorviante. La scrittura dell’autrice vietnamita indulge, a tratti, a un certo sentimentalismo, ma il libro nell’insieme ha un suo valore che esula da questo. Come mai l’ho comprato, allora? Semplice: avevo già letto altri due libri di Duong Thu Huong. Se fosse stato il primo, forse non l’avrei preso, tratta in inganno dal titolo.

Duong Thu Huong (classe 1947) vive attualmente in Francia. Ha partecipato alla guerra in Vietnam giovanissima, è stata sceneggiatrice cinematografica e artista. Come la protagonista de “La sorgente degli amanti”, ha lavorato in una troupe teatrale che durante il conflitto recitava al fronte per sollevare il morale dei soldati. Di questo gruppo, pare che siano sopravvissuti solo in tre, una dei quali la scrittrice stessa. Nel dopoguerra, per le sue posizioni critiche nei confronti del mondo politico, Duong Thu Huong si è trovata in rotta con il partito comunista ed è anche stata in carcere.

Duong Thu Huong durante un’intervista (immagine da un video su YouTube).

I suoi libri hanno vinto vari premi (Grand Prix delle lettrici di Elle Francia e Grinzane Cavour in Italia).

“La sorgente degli amanti” è un romanzo sul crollo degli ideali e sulle alterne sorti della vita. Un grande amore che si disintegra. Un eroe della rivoluzione che si tramuta in un reietto della società. Hoang Hung, musicista di successo durante la Rivoluzione e artefice del successo della giovanissima cantante Mai Suong, che diventa sua moglie, cade in disgrazia per un dissidio con un papavero del partito comunista. Una disgrazia ne porta un’ altra: finito per errore con un gruppo di boat people, viene arrestato come traditore e finisce in carcere. È l’inizio di una discesa agli inferi, dalla quale neppure l’amore devoto di Suong potrà salvarlo. È anche la storia della difficoltà, a ogni latitudine, di un uomo a essere mantenuto dalla propria compagna, dell’impossibilità in una coppia di mantenere un equilibrio quando lei ha più successo di lui. Temi universali. Ma è anche un romanzo in cui non ci sono buoni e cattivi, ma che dimostra come la natura umana, a seconda delle circostanze, possa giungere ad atti abietti, e che anche animi nobili possano cadere in questa trappola.

La critica al partito – che si fa più forte nel romanzo “Au zénith” (2009), dedicato alla figura di Ho Chi Minh e scritto in Francia – non è uno dei fili conduttori anche si questo romanzo, e trovo che si incastri efficacemente con le vicende personali dei protagonisti. Ho trovato, invece, molto più dispersivo e meno riuscito “Au zénith”, che parte comunque da un’idea interessante (la manipolazione della figura del vecchio leader da parte dei compagni di partito) ma il risultato finale è più confuso. In questo romanzo, ho ritrovato la stessa intensità emotiva di “Terre des oublis” (2005 – in italiano “Dalla terra di nessuno”), grande affresco della società rurale vietnamita e di una figura femminile, Mien, divisa fra due uomini.

Nella società vietnamita le donne hanno sempre avuto un ruolo importante. L’autrice riflette il sentire comune in una frase che mette in bocca di Hung all’inizio della storia mentre pensa alla moglie Suong. “Non è ancora diventata la tipica donna vietnamita, la guerriera che veglia sul suo clan e sul suo territorio, la madre che alleva ed educa le nuove generazioni, un fiore dalle nervature d’acciaio”. Ma alla fine de “La Sorgente degli amanti” la fragile Suong, costretta dalla sorte, saprà prendere in mano la sua vita e reggere le sorti della famiglia. Come le donne vietnamite, abituate da decenni di guerra, hanno sempre saputo fare.

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