DIARIO DI UN SEDUTTORE di Masako Togawa
“Ha esordito come cantante in un night club a 23 anni e come scrittrice a 24“. Questo stralcio dalla biografia di Masako Togawa mi ha subito incuriosita. Era il 1994 quando avevo in mano “Appartamenti per signore sole”, fresco di stampa da Corbaccio. La storia di queste donne, residenti nel complesso Appartamenti K e capaci di cattiverie inaspettate, mi ha catturata. Togawa l’aveva pubblicato nel 1962, vincendo il prestigioso premio Edogawa Ranpo. Si sentiva la mano della scrittrice di rango.
È con grande piacere che ho accolto, dopo tanti anni, l’opportunità di leggere un’altra opera di Masako Togawa: “Diario di un seduttore”, appena pubblicato da Marsilio, collana Farfalle (traduzione di Antonietta Pastore, 17 euro). È uscito in Giappone nel 1963 e in Italia ha circolato nel 2008 come Giallo Mondadori, senza ottenere la dovuta rilevanza. È benvenuta, quindi, questa occasione di incontrare una grande giallista giapponese, da noi poco nota.
Il libro di Masako Togawa, che ha ispirato anche l’omonimo film del 1964, racconta la storia di Honda Ichiro, un ventinovenne felicemente sposato che risiede per lavoro a Tokyo in un hotel, mentre la moglie vive a Osaka. Honda è un seduttore seriale con tanto di diario su cui annota le sue imprese. Un narciso che alla sera vaga per locali a caccia di prede, donne in cerca di compagnia, working girl illuse di poter incontrare un amore duraturo dietro a una semplice avventura di una sera. Ichiro è gentile, garbato. La serata fra drink e quattro chiacchiere finisce sempre a letto, in genere a casa della ragazza. Quale donna non conosce un Ichiro Honda? I seduttori seriali, che dopo una notte d’amore evaporano facendo perdere ogni traccia, esistono a tutte le latitudini. Ma all’inizio del romanzo, apprendiamo di un suicidio: Obana Keiko, 19 anni, incinta di un figlio di Honda, si è tolta la vita. La sorella Tsuneko ne è affranta. La tranquilla routine di Honda, di giorno lavoro e di sera sesso occasionale, si spezza quando alcune delle donne con cui è stato vengono trovate morte. Il principale sospetto è lui, il seduttore. Viene arrestato e condannato a morte. Ma è proprio Ichiro il colpevole? Togawa è geniale nel creare piste, generare nella mente del lettore ipotetiche soluzioni al mistero e poi ribaltare la situazione. “Diario di seduttore” non delude chi cerca la tensione pura del giallo e contiene personaggi indimenticabili. A 60 anni dalla sua prima pubblicazione, non ha perso la freschezza e la capacità di intrigare il lettore.
“Diario di un seduttore” è anche l’occasione per riscoprire la donna straordinaria che è stata Masako Togawa (1933-2016). Cantante e attrice, nonché titolare di un night club, non c’è dubbio che la sua predisposizione per la scrittura abbia attinto linfa vitale e ispirazione nei luoghi che ha conosciuto per lavoro. Chissà quanti Honda Ichiro avrà incrociato, che le sono stati d’ispirazione per il protagonista di questo libro, che è delineato in maniera perfetta. Quanto alle atmosfere urbane della Tokyo notturna degli Anni Sessanta, Masako sembra accompagnarci per mano. Le sue descrizioni sono così vivide che a fine romanzo si ha la sensazione non solo di aver letto, ma anche di aver visto tutto, insieme a lei.