IL ROMANZO DELLA ROSA di Anna Peyron
La rosa è comparsa prima di noi sul pianeta Terra, probabilmente 37 milioni di anni fa. Noi Homo sapiens ci siamo da circa 300 mila anni. Ma fin dagli albori della civiltà questo fiore ci accompagna. Ci ha sedotto con la sua bellezza al punto da renderlo un oggetto del desiderio. In natura è presente ovunque, in prevalenza nelle regioni temperate dell’emisfero settentrionale: le varietà spontanee (botaniche o selvatiche) sono per lo più semplici, a cinque petali, e fioriscono una sola volta all’anno. E qui entriamo in gioco noi umani, che ci siamo appropriati della rosa, l’abbiamo “addomesticata”, creando nel tempo ibridi spettacolari per sfumature cromatiche, profumo, struttura del fiore e della pianta.
È un lungo viaggio nel tempo e nello spazio, che Anna Peyron compie basandosi su una solida documentazione nel libro Il romanzo della rosa – Storie di un fiore (Add Editore, 16 euro). L’autrice è una delle signore delle rose in Italia. Il suo vivaio a Castagneto Po (Alessandria), che porta il suo nome, è uno dei punti di riferimento per chi ama le rose. Anna è stata folgorata da questo fiore nel 1984, al Chelsea Flower Show. Un segno del destino: un catalogo di rose di un vivaista inglese, trovato per caso alla mostra, ha richiamato la sua attenzione. Da lì, il primo contatto e la decisione di coltivare rose per proporle sul mercato italiano. Da allora, Anna Peyron – che è anche una grande lettrice – ha consultato libri, cataloghi, riviste, a caccia di ogni possibile informazione per rendere la sua conoscenza delle rose sempre più profonda. Dopo decenni dedicati a questo fiore, in un vivaio che è luogo di vita e di passione, Anna Peyron ha deciso di raccontare l’universo di storie che la rosa racchiude.
A cominciare da una donna, la prima grande collezionista di rose: Joséphine Beauharnais, moglie di Napoleone, che nel suo giardino della Malmaison, a otto chilometri da Parigi, creò a partire dal 1799 un tempio di questo fiore. Come accade per qualsiasi collezione, un elemento chiave è avere un capitale da investire. Alla donna che fu imperatrice il denaro non mancava. Come racconta Peyron, si rivolse ai vivaisti più famosi all’epoca, in patria e all’estero, per avere il meglio. Si circondò di giardinieri esperti e assunse un pittore personale, Pierre Joseph Redouté, per ritrarre i suoi amati fiori. Joséphine intercetta e acquista anche le prime rose cinesi che giungono in Europa negli anni Novanta del XVIII secolo e che sono destinate, con la loro rifiorenza, a cambiare la storia di questo fiore. A differenza delle rose antiche europee, questa nuove arrivate sono in grado di ripetere la fioritura per svariati mesi, rendendo il godimento di questo fiore meno effimero e fugace rispetto al passato.
Il romanzo della rosa entusiasma il lettore e lo cattura, grazie anche a una scrittura fluida e chiara. L’ho letto in un paio di giorni gustandolo a ogni sorso, tenendo il computer a portata di mano per visualizzare le rose che l’autrice cita e che più mi hanno incuriosita. È un libro per tutti, anche per chi non sa nulla di botanica e ama semplicemente la bellezza delle rose, perché è un libro di storie. Ci sono artisti come Monet, vivaisti celebri come Meilland, ibridatori geniali come Pemberton, maestre di giardino come Gertrude Jekyll: tutti accomunati dall’amore per le rose. Anna Peyron ci conduce nel loro mondo e, alla fine del viaggio, c’è una certezza: guarderemo le rose con occhi nuovi.