GIANNI E LE DONNE – La disarmante normalità di un maschio italiano over 60

Nell’Italia dei bunga bunga e degli over 70 che si credono ragazzini, finalmente una ventata di normalità. Grazie al nuovo film di Gianni Di Gregorio intitolato Gianni e le donne, uscito da qualche giorno in sala e che catalizza di nuovo l’attenzione  – come il precedente Pranzo di ferragosto – sulle pantere grigie.

È inutile che ce lo nascondiamo. Con uno dei tassi di natalità più bassi d’Europa, siamo sempre di più un Paese di vecchi. Di Gregorio ci racconta proprio di quest’Italia che invecchia, dell’infinità di italiani over 50 e over 60 che ogni giorno hanno da gestire genitori anziani ma ancora arzilli, che pretendono tempo, denaro, attenzione.

E nel contempo, devono scontrarsi con la quotidianità, fatta dei piccoli e grandi problemi di coppia dopo decenni di convivenza, e dei figli che crescono ma da precari restano a carico della famiglia… Stretti in una morsa infernale, gli over 50-60 si ritrovano in prima linea senza avere più le energie di un 25enne.

In “Gianni e le donne” Di Gregorio – che è regista, sceneggiatore e protagonista – impersona un 60enne prepensionato e un po’ annoiato, in crisi con la moglie, che si vede invecchiare. Il campanello d’allarme è la fuggevolezza degli sguardi femminili.

Nei suoi goffi tentativi di rimettersi in carreggiata, Gianni – come tutti gli uomini normali che non si fanno lampade, botox, interventi di chirurgia estetica e non possiedono un pingue conto in banca – collezionerà una serie di insuccessi. Che strappano un sorriso alle spettatrici donne ma possono sconfortare il pubblico maschile…

Ebbene sì, Gianni incarna un perdente. Ma, consentitemi, la vita è piena di uomini (e donne) perdenti ed è giusto che il cinema parli anche di loro.

Anche in “Gianni e le donne” torna il personaggio della ricca madre anziana e rompiscatole, che tiranneggia il figlio pensionato come se fosse un ragazzino. E lui, diciamolo pure, si lascia fare, perché in fondo alla mamma non si può dire di no. Di Gregorio ha il merito di ricordarci che viviamo in un Paese “mammocratico” e che l’uomo mediterraneo non recide mai veramente il cordone ombelicale.

Sempre splendida, torna la 93enne Valeria de Franciscis Bendoni, che anche in Pranzo di ferragosto interpretava la madre di Gianni. È semplicemente perfetta nel ruolo della madre vessatrice. E come fan delle attrici over 50, non posso che ammirare il suo talento tardivo e spontaneo.

Perché vederlo? Perché anche una disarmante normalità può strappare il sorriso.

Evitatelo: se avete appena finito di litigare con una madre anziana o con la relativa badante.

Una curiosità: Di Gregorio, che racconta così bene la relazione madre-figlio in quanto figlio unico di madre vedova, stavolta allarga gli spunti autobiografici inserendo nel cast anche sua figlia, Teresa, che nel film recita appunto il ruolo della figlia di Gianni.

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