PAROLA DI DIO: un film sul fondamentalismo
Il film Parola di Dio del russo Kirill Serebrennikov è un film che tutti dovremmo vedere per riflettere in quest’era di rigurgito dei fondamentalismi, delle verità dogmatiche e del fanatismo che non lascia alcuno spazio al dubbio.
Veniamin, il protagonista di Parola di Dio, è un adolescente russo, che ha trovato nella Bibbia la risposta a ogni domanda della sua vita. Una Bibbia che lui legge per conto suo e interpreta in modo letterale, anche nei passaggi più oscuri e violenti. Non è la Bibbia cristiana di un Dio d’amore, bensì di odio e di castigo. Veniamin si indigna per le compagne di scuola che seguono la lezione di nuoto in bikini, attacca la sua la prof di Scienze che spiega la teoria dell’evoluzionismo e riesce a prendersela pure con sua madre, una povera donna che separata che si ammazza di lavoro per mantenere se stessa e il figlio. Il suo unico amico è un ragazzo portatore di handicap, che inizia a idolatrarlo per la sua intransigenza e per l’immagine di forza che trasmette. Già, perché chi non dubita mai si pone come l’Uomo Forte, l’Uomo del Destino che può salvare se stesso e gli altri. La violenza? È solo un mezzo per raggiungere i suoi obiettivi, che contano più di qualunque altra cosa al mondo.
Facciamo un gioco? Sostituiamo alla bella faccia russa di Veniamin un qualsiasi barbuto adolescente di religione musulmana. Mettiamogli in mano un Corano al posto della Bibbia. Attribuiamo a questo personaggio la stessa intransigenza e la cecità di Veniamin. Voilà, abbiamo ottenuto un fondamentalista islamico disposto a farsi saltare per aria in nome dell’Isis e della sua idea di Islam, un Islam che non conosce amore (e non tutto l’Islam è così, mi preme ricordarlo).
La grandezza del film Parola di Dio è proprio in questa abilità di farci capire che la genesi di tutti i fondamentalismi è sempre la stessa, di qualunque religione o colore politico e ideologico essi siano. Il fanatismo religioso, abbinato al senso di onnipotenza tipicamente adolescenziale, ci fa capire perché tanti ragazzini si perdano nelle maglie delle guerre sante e dei martirii. Grazie, Serebrennikov, per questa geniale storia, cinematograficamente riuscita e resa con un sapiente uso di cromie cupe e verdastre che riflettono il lato oscuro dell’animo umano.