SI ALZA IL VENTO di Hayao Miyazaki: al cinema domani

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Ancora domani, 16 settembre 2014, è possibile vedere al cinema l’ultimo capolavoro del maestro giapponese Hayao Miyazaki: Si alza il vento (titolo originale: Kaze Tachinu, da un verso di Paul Valéry).

Torna il tema caro a Miyazaki del volo e degli aerei, che aveva già affrontato in Porco Rosso. Ma la chiave di lettura è più adulta. La splendida animazione seduce grandi e piccini, e la magia degli aerei è perfetta per un pubblico dai 7 ai 10 anni. Ma la storia raccontata è decisamente più adatta ai genitori.

Si alza il vento è un film biografico. Il protagonista, Jiro Horikoshi, è un ragazzino di provincia, di umili origini, che da piccolo sogna di diventare pilota. Ammira l’ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni, che fu tra i primi a intuire le potenzialità del trasporto passeggeri, dopo che la sua azienda aveva prodotto velivoli militari usati durante la Prima Guerra Mondiale. Ma Jiro è miope, e quando capisce che la carriera di pilota gli è preclusa, si getta anima e corpo nello studio dell’ingegneria aeronautica per diventare progettista.

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A questo punto della storia, il protagonista fresco di laurea viene assunto dalla Mitsubishi Heavy Industries e compie una brillante carriera, fatta di strenua dedizione al lavoro. Il suo impegno sarà coronato dalla realizzazione di quello che è stato il miglior aereo giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale, utilizzato dai piloti kamikaze per andare a schiantarsi contro il nemico: lo Zero.

Miyazaki non aveva nessuna intenzione di fare un film guerrafondaio. Da bambino – ha dichiarato in un’intervista – lui amava gli aerei, e detestava il mito patriottico degli Zero. Dal film, lo si percepisce chiaramente. Anche perché il regista e sceneggiatore innesta nella narrazione un’altra storia, basata su un racconto di Tatsuo Hori, scritto negli anni Trenta e intitolato proprio Kaze Tachinu, spostando l’attenzione dall’aspetto meramente ingegneristico e bellico. Nel libro di Hori c’è una protagonista femminile, che combatte in un sanatorio contro la tubercolosi. Questa figura ha ispirato il personaggio di Nahoko, la ragazzina che Horikoshi conosce per caso, nel film, durante il terremoto del Kanto (1923) e di cui più tardi si innamora. Quindi, in questo film d’animazione, oltre agli aerei abbiamo una vera storia d’amore, con tanto di baci e di fisicità – davvero poco comuni nei cartoni per bambini. Il giovane progettista è inoltre un fumatore incallito (pare che anche Miyazaki lo sia), anche questo un tratto politically uncorrect in un film per bambini. Ma la storia così avvincente e l’animazione è così perfetta che tutto si perdona.

Peccato davvero che questo film rimanga in sala per soli quattro giorni. Ma se non fate in tempo a vederlo, suppongo che presto sarà disponibile il dvd, una chicca da collezione per tutti i fan del maestro giapponese.

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