A TALE OF A SAMURAI COOKING al 24° Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina

A_Tale_Of_Samurai_Cooking_-_A_True_Love_Story-p2

Il 24° Festival del Cinema Africano, d’Asia e D’America Latina si è concluso ieri, con la vittoria del lungometraggio Bastardo di Nejib Belkadhi.

La sezione Films That Feed ha regalato al pubblico milanese l’opportunità di vedere un film giapponese interessante, classificato all’ottantesimno posto nel box office giapponese del 2013, e presentato al San Sebastian International Film Festival. Si tratta di A tale of a samurai cooking – A true love story (Bushi no Kondate, ossia Il menu del samurai) di Asahara Yuzo.

Un film storico interessante e molto sentimentale, naturalmente in stile nipponico. Anche se non ci sono scene d’amore melodrammatiche, questo è un film d’amore, come promette il più esplicito titolo in inglese.

Perché mi è sembrato interessante?

1- Asahara e i due co-sceneggiatori (Kashiwada Michio e Yamamuro Yukiko) vanno a pescare un aspetto poco noto della storia giapponese. In epoca Tokugawa, i feudatari avevano dei cuochi provenienti dalla classe più bassa dei samurai (Hocho samurai, ovvero samurai da cucina: ringrazio l’amica Fumie per avermelo segnalato!). È un tema piuttosto misconosciuto, difficile da trovare nei libri di Storia. Questi personaggi usavano la katana per cucinare e non per combattere, ma era sempre un servizio che rendevano al loro signore. Con la devozione e la dedizione di un guerriero. È lo spirito che si ritrova, a distanza di secoli, in personaggi come lo chef  Jiro Ono.

2- La trama ruota intorno al destino di Haru (Aya Ueto), dama di corte orfana e cuoca dalle mani d’oro ma dal carattere un po’ ribelle. Ripudiata dal primo marito, viene scelta dal capo chef samurai Funaki Dennai come sposa per il figlio Yasunobu (Kengo Kora). Il ragazzo, che era un samurai di spada, dopo la morte per malattia del fratello maggiore si ritrova a ereditare il suo ruolo di capo cuoco samurai a Kaga. Lo fa di malavoglia, e il compito di Haru è di istruirlo ai segreti della cucina perché diventi un grande chef.

Kengo Kora, Aya Ueto e Asahara Yuzo sul set.
Kengo Kora, Aya Ueto e Asahara Yuzo sul set.

Yasunobu si piega alla volontà dei genitori, ma era innamorato di un’altra… E maltratta la povera Haru, che chiama “strega”.

È proprio di questo che volevo parlare: il ruolo di Haru. L’attrice Aya Ueto, con quella sua aria da micina indifesa, è predestinata al ruolo di donna-vittima, innamorata non ricambiata, che – forse – può conquistare il cuore di pietra del maschio con la sua devozione quasi servile. Anche in Thermae Romae I e II  interpreta Mami, la disegnatrice di manga un po’ sfigata che si innamora del bello e irraggiungibile Abe Hiroshi-Lucius, che la tratta con indifferenza e distacco.

Che sia un modello, uno stereotipo relazionale? Anche in altri film giapponesi, anche attuali, tornano queste donne-ombra, sempre devote al marito – samurai o in carriera, poco importa – sempre alla ricerca del suo plauso, della sua attenzione, di un gesto affettuoso (non contemplato). Probabilmente – non sono una sociologa per poterlo dire con certezza – è davvero uno stereotipo culturale (che spero vivamente non corrisponda alla realtà!) quello della donna-devota e del maschio-capobranco, uno stereotipo duro a morire, in una società ancora sessista come quella giapponese.

SAMURAI_COOKING_pic_2_3
Il pranzo di nozze di Haru e Yasunobu.

Questo gioco delle parti per il pubblico giapponese, evidentemente, ha un quid di romantico. Ammalia e commuove. Perché, come dicevo all’inizio, A tale of a samurai cooking è un film storico d’amore. Difficile da capire, in questa chiave, per il pubblico italiano. Le persone sedute in sala vicino a me, soprattutto le donne, continuavano a commentare “eh ma che str…!” alle mosse del protagonista maschile. Invece i giapponesi trovano tutto ciò esteticamente bello: per il ruolo della remissiva Haru Aya Ueto ha vinto un Japan Academy Award 2013 come Miglior attrice protagonista.

3- Last but not least: il feudo di Kaga è l’odierna Kanazawa dove anche oggi si mangia molto bene…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.