Il TIBET a Treviso: cinque buoni motivi per vedere la mostra

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Mancano pochi giorni alla chiusura della mostra Tibet – Tesori dal tetto del mondo, curata da Adriano Màdaro e ospitata a Casa dei Carraresi di Treviso. Se siete appassionati di Himalaya e culture himalayane, andateci assolutamente: merita!

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Perché andarci? Ecco cinque buoni motivi.

1. Se non siete esperti di Tibet e volete capirci qualcosa, è una buona opportunità. La selezione presentata non si concentra su un unico aspetto – il buddhismo piuttosto che la situazione politica tibetana  – ma cerca di dare una panoramica a 360 gradi su storia, arte, società, religione, rapporti con la Cina.

2. Personalmente ci sono andata per la statuaria buddhista. A prima vista, gli oggetti presentati sembrano pochi, ma non è così. È una buona selezione, volutamente limitata, per spiegare ai non addetti ai lavori un sistema religioso complesso che unisce al buddhismo tout court divinità di influsso induista e credenze locali. Il risultato è un pantheon complicatissimo e spesso ostico da comprendere. Qui invece è tutto chiaro. Ho apprezzato particolarmente che alcune statue – per esempio, un Buddha Amitayus – vengano mostrate con un “abito rituale” di broccato che le copre, che è consuetudine mettere in molti templi dell’area himalayana. È un modo per rendere più “vivi” degli oggetti di culto che normalmente nelle mostre vediamo decontestualizzati.

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Buddha Amitayus.

3.  Per vedere (e scoprire) la religiosità popolare. Non ci sono solo i mandala, i dorje, i mulini da preghiera, le pietre Mani (che recano inciso il mantra Om mani padme hum) e le bandiere da preghiera – che ormai tutti abbiamo imparato a conoscere. Ci sono anche le formelle Tsa-Tsa di argilla e gli altari portatili Gau, che ha sempre considerato l’equivalente buddhista per il devoto di un’icona o dell’immagine di un santo.

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Reliquiario Gau.

4. Per la piccola ma interessante selezione di gioielli, che mostra l’importanza del corallo e del turchese nella produzione himalayana. Le fotografie aiutano a visualizzare come effettivamemte vengano indossati quotidianamente, da uomini e donne.

5. Per i documenti dagli archivi storici tibetani, che fanno luce sulle relazioni sino-tibetane nei secoli. Deliziosa la corrispondenza fra l’allora giovanissimo Dalai Lama Tenzin Gyatso e il presidente Mao Zedong.

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Il XIV Dalai Lama e Mao Zedong. Fonte: © Texaderbooks Edizioni – Tre uomini fanno una tigre

Infine, l’audioguida che viene data al visitatore all’acquisto del biglietto. Le spiegazioni del curatore sono chiare, estremamente divulgative e godibili anche da chi non è un tibetologo. Si ascolta aggirandosi per le sale per due ore, e neanche ci si accorge del tempo che scorre… Ottimo segno.

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