VAL FERRERA: la diga e il lago di Lei, un paradiso alpino
Approfittando di una delle rare giornate di sole di questo agosto, ho percorso i circa 10 km del sentiero che costeggia il lago di Lei, serbatoio d’acqua racchiuso da una diga, fonte di energia idroelettrica. Siamo nei Grigioni, e la particolarità di questo posto è che la breve lingua della diga è territorio svizzero, mentre il bacino del lago appartiene all’Italia.
La diga, realizzata tra il 1957 e il 1959 dall’impresa italiana Girola Lodigiani con soli operai italiani e messa in funzione nel 1963, è alta 138 metri. L’altezza massima dell’acqua è 1931 slm. Per dimensioni, è il terzo bacino artificiale in Svizzera.
Il sentiero si snoda lungo la sponda occidentale del lago di Lei.
Nella seconda metà del percorso, si incrocia il bivio per il passo dell’Angeloga, oltrepassato il quale si scende verso Madesimo o a Campodolcino. Noi abbiamo proseguito in costa, fino alla fine del lago, a Pian del Nido, dove sorge una fattoria di alpeggio con numerose mucche. Lungo il percorso, incontri interessanti… Guardate questa foto:
Il paesaggio di prati, pochi alberi, rocce e una ricca vegetazione di arbusti e fiori d’alta quota è l’habitat ideale per le marmotte. Ne abbiamo avvistate parecchie, anche a distanza di una decina di metri, adulti e cuccioli. Qualcuna ha fischiato spaventata, ma la maggioranza si è fermata a osservarci incuriosita. Buon segno: significa che le marmotte non sono abitualmente disturbate dagli uomini (e non li temono troppo). O forse eravamo noi ad avere un’aria “marmotta friendly”…
Unico neo di una passeggiata perfetta: il sentiero che costeggia il lago di Lei, nato come strada di servizio durante i lavori per la costruzione della diga – e ora utilizzato dalle poche fattorie della zona – dovrebbe, teoricamente, essere chiuso alle auto non autorizzate. In Svizzera, infrangere un divieto simile implica beccarsi una multa certa e salatissima. Ma il lago di Lei è in Italia (anche se, per arrivarci in macchina, si attraversa la Val Ferrera, che è in Svizzera). Siamo stati sorpassati più volte da auto durante la passeggiata. Uno era di sicuro un fattore; ammettiamo che qualcun altro fosse autorizzato; ma altri – troppi – erano chiaramente turisti. Perché ci si ostina a non voler capire che un paradiso alpino rimane tale solo se lo preserviamo dalle auto? Cosa costa scendere dalla macchina e fare quattro passi, per giunta in piano? È rispetto per l’ambiente, e salute. Mi è toccato, per esempio, passare al fianco di una berlina ferma sul sentiero con i finestrini abbassati e un ragazzino che faceva una foto, senza neppure aprire la portiera! Non c’erano certo gli alligatori pronti ad aggredirlo, se posava il piede fuori dalla macchina… Questo utilizzo dell’auto è pura inciviltà. E se le persone non vogliono capire, a mio parere fanno bene gli svizzeri, che fanno fioccare le multe.
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