Da Pinocchio a Harry Potter: una mostra per i 150 anni di SALANI
È stata inaugurata ieri al Castello Sforzesco di Milano la mostra Da Pinocchio a Harry Potter – 150 anni di illustrazione italiana dall’archivio Salani, 1862-2012. Un’opportunità unica per compiere un viaggio nel tempo e scoprire come la copertina di un libro e il lavoro fatto dall’illustratore (che per molto tempo è stato anche grafico) riflettano l’epoca in cui il libro è pubblicato, i gusti, l’estetica, il costume.
La casa editrice Salani, infatti, è nata l’anno successivo all’unità d’Italia a Firenze con l’obiettivo di proporre libri popolari e, in seguito, per i ragazzi (ha pubblicato classici come Piccole Donne, L’ultimo dei Mohicani, I ragazzi della via Paal, per citarne solo alcuni). Il caso di Pinocchio è emblematico: il bestseller di Collodi negli anni riflette nella copertina illustrata la sensibilità del pubblico cui è rivolto. Negli anni Venti il burattino è quasi fumettistico; la cover di Ezio Anichini del 1926 è chiaramente di ispirazione Jugendstil; Cuccù… Pinocchio in Affrica nel 1937 trae spunto dall’avventura coloniale italiana; e nel 1971, sulla scia dello sceneggiato televisivo, il disegno della cover ritrae i personaggi reali del piccolo schermo. Inclusa Gina Lollobrigida, la fatina tutta azzurra, che curiosamente con il marito Milco Scofic negli anni Sessanta per un periodo fu anche editrice di Salani.
Molto ha fatto la televisione, e prima ancora il cinema, i fotoromanzi… Soprattutto sulle cover illustrate dei romanzi destinati al pubblico femminile. E poi sono arrivati i cartoon giapponesi, con i quali però la casa editrice non sembra aver avuto grande feeling (in mostra, solo un Mazinga e una Heidi ispirata al personaggio disegnato da Miyazaki).
Tornando indietro nel tempo, l’era fascista porta cambiamenti anche nella vita sociale dei ragazzi: i piccoli Balilla devono avere, a questo punto, anche i loro libri. Divertente la copertina disegnata da Fiorenzo Faorzi, nel 1936.
Sono solo alcuni esempi. Il curatore della mostra, Giorgio Bacci, ha selezionato 300 opere in prevalenza dall’Archivio Salani, integrandole con altre dalla Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, che consentono di ammirare l’abilità degli illustratori italiani. Prima che la fotografia, il cinema e poi la televisione condizionassero il nostro modo di “vedere” anche i libri, ci furono gli illustratori a costruire l’immaginario collettivo, a consentirci di sognare attraverso i loro disegni o di vedere la ricostruzione di grandi eventi della Storia. Anche Adriano Salani, il fondatore della casa editrice, prima dedicarsi alla pubblicazione della narrativa, stampò delle cronache illustrate: emblematica, nella mostra, la tavola intitolata “Massacro degli operai italiani in Francia” del 1893, abbinata a un testo che ricostruisce gli eventi, elenca le vittime e informa sull’indennizzo al quale hanno diritto le famiglie.
Non è un blog il luogo in cui descrivere le sezioni cronologiche in cui si articola la mostra, che peraltro è molto agile e piacevole. Dirò solo dopo un periodo tormentato in cui rischiava la chiusura – come è stato raccontato durante la conferenza stampa da Guglielmo Tognetti, vicepresidente della Salani e autore, con Mario Spagnol, di quel salvataggio – dal 1986 come la fenice la Salani è risorta dalle sue ceneri. Gli ultimi anni l’hanno qualificata sempre più come una casa editrice rivolta ai ragazzi e capace di grandi successi editoriali, accapparrandosi autori come Roald Dahl, Jean Giono e J. K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, pubblicato in Italia con le splendide illustrazioni di Serena Riglietti.